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OMNIA VINCIT AMOROmnia vincit AMOR. Genocidi del ‘900, dal buio alla rinascita.
Suoni, forme, parole a cura degli alunni e l’orchestra giovanile della “Galiani”

Si è conclusa con un grande scroscio di applausi la manifestazione“Omnia vincit AMOR. Genocidi del ‘900, dal buio alla rinascita”, tenuta dagli alunni del plesso “Galiani” lo scorso 14 febbraio 2020 presso il chiostro comunale di S. Giovanni Rotondo.
L’analisi dei genocidi del ‘900 è stata fatta sotto la lente prismatica della trasversalità disciplinare: dalla musica alla letteratura, dall’arte alla storia, dalla danza al teatro, dalla fotografia alla multimedialità.
I ragazzi del nostro istituto hanno voluto, però, spalancare i cancelli di morte, innestare di vita i fili spinati, intonare cori e accordato strumenti con suoni tratti da pentagrammi di rinascita, hanno danzato su coreografie di vita e di intercultura, ridipinto opere, si sono calati nelle persone che hanno vissuto davvero questi drammi, facendoli parlare con parole di allora e di oggi, per giungere poi a intingere i pennelli in infiniti colori e dare luce a luoghi che hanno saputo essere buio.
La prof. ssa Brunella Magno ha guidato i ragazzi a comprendere le relazioni tra gli eventi, a scendere nelle ragioni storiche, a cercare la svolta nella scelta dell’amore universale.


La rilettura dei drammi di questo secolo si è mossa dalla musica e dalle parole ebraiche di Gam Gam e del meraviglioso Dance of delight sotto la direzione dei docenti di strumento prof.ssa Nunzia Barbano (flauto), prof. Costanzo Gemma (clarinetto), prof. Michele Palladino (violino) e prof. Luciano Pompilio (chitarra).
I lager nazisti di Auschwitz e Birkenau sono stati mostrarti fotograficamente in un confronto tra scatti d’epoca e foto contemporanee, in un lavoro condotto con la prof. ssa Maria Grazia Lalla.
Dopo essere scesi nel buio della storia, si è scelto di risplendere di rinnovata vita nei lavori artistici polimaterici dei ragazzi che hanno reinterpretato l’arte di vari artisti, ma soprattutto del grande Chagall, pittore franco-russo di origine ebrea, sapientemente coadiuvati dalla prof. ssa Stefania Piccirilli.
Tante piccole Anna Frank e tanti discriminati di ogni tempo, nazione, condizione sociale hanno raccontato un dramma che sa essere inverosimile eppure attualissimo, attraverso le drammatizzazioni teatrali dirette dalla prof.ssa Daniela Pirro.
Giovani i nostri alunni, come giovani erano i desaparecidos, arrestati nell’Argentina degli anni ’70, torturati e resi fantasmi, parvenze, scomparsi. Un lavoro multimediale diretto dalle prof.sse Maria Grazia Grifa, Maria Filomena La Riccia e Filomena Longo ne hanno analizzato le dinamiche, le caratteristiche e i risvolti; progetto conclusosi con l’intonazione solista di Don’t cry for me Argentina.
Un gioco dei ruoli è stato messo in atto dai ragazzi del gruppo di sostegno, raccontando il dramma della persecuzione antisemita e indossando i simboli discriminatori, guidati dalle prof.sse Maria Teresa Cocomazzi e Filomena Longo.
Eppure, dal dolore e dalla morte, gli studenti hanno immaginato possa nascere anche nuova vita, come nel ballo rom Ederlezi, proprio dell’arrivo della primavera, coreografato e diretto dalla prof. ssa Rita Padalino.
Il 14 febbraio è stato scelto, dunque, come giorno simbolo, come equinozio di una primavera spirituale, come vittoria dell’Amore capace di vincere sulle barbarie umane, come ha sottolineato il Dirigente scolastico Francesco Maria D’Amore e il Presidente del Consiglio comunale Salvatore Ricciardi. E allora, se amore è rinascita, se amore è superamento della diversità, se amore è conoscenza…non può sussistere discriminazione, non possiamo accettare che si parli ancora di superiorità ed inferiorità, non può esistere connivenza, ancora oggi, per qualunque atto di differenza verso ogni essere umano. Dagli armeni a Srebrenica, dai gulag alle foibe, dalla Shoah ai desaparecidos, dal Ruanda fino ai tanti disperati che ancora oggi muoiono nel tentativo di superare il nostro mare...la storia ha continuato a ripetersi, come lama assassina, come inverno perenne, ma sarà di nuovo primavera solo quando ognuno di noi saprà abbracciare la diversità, solo quando sapremo ancora danzare su spartiti di pace, solo quando saremo capaci di rendere davvero la vita bella, come ha suonato l’orchestra, sulle significative note di Piovani, per chiudere tale evento.

Daniela Pirro


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