Tombola - Classi 4^C e 4^D

Perchè a Natale si gioca a tombola?

005 Quando i Romani portarono il primo mese dell’anno da marzo a gennaio, il Natale, festa del Sole che nasceva e cresceva, divenne la festa di fine anno. Il Periodo di buio, contrassegnato dal periodo dedicato ai morti (1 novembre – 6 gennaio) era allietato dai fuochi delle feste dell’Immacolata, Santa Lucia, San Nicola, ecc., dai regali e dagli incontri delle famiglie, che si riunivano per mangiare e per giocare. Diversi erano i giochi che allietavano il Natale: i giochi con le carte, il gioco dell’oca, ma soprattutto quello della tombola. I giochi, particolarmente la tombola, erano legati al mondo magico-religioso antico, cioè alla smorfia, al gioco dell’otto e quindi ai sogni. In definitiva il gioco della tombola era un rito che si ripeteva nelle serate in cui le famiglie si riunivano attorno al camino per vivere nel calore del fuoco e degli affetti il periodo più freddo dell’anno. Il gioco era sicuramente propiziatorio di una vita migliore. Spesso si usava segnare i numeri con le bucce dei mandarini, che rappresentavano il sole di inverno e di notte. Ogni tanto si buttava un po’ di buccia nel fuoco, sul cippone di Natale, per sentirne l’odore e aromatizzare l’ambiente, qualche ragazzo spremeva il succo della buccia negli occhi di un fratello o di un amico per scherzo. Tutto costituiva un rito per vivere uniti quello che era il periodo più pericoloso dell’uomo, quando cioè si aveva paura che il sole potesse non tornare alla sua antica potenza. Tutti questi significati sono passati alla festa del Sole dei Cristiani, Gesù Cristo e quindi ci ricordano, col Bambinello, che si vive, si muore e si risorge.